IL PROGETTO “UROBORO”
L’ipotesi di progetto prevede la realizzazione di una videoinstalllazione composta da una struttura circolare sulla quale aderisce una striscia fotografica dove sono fissate le immagini di corpi semifluttuanti nel vuoto che, costretti in posizioni di tensione e all’interno di uno spazio alto appena trenta centimetri, agiscono dinamicamente con delle strisce colorate che si intrecciano nello spazio a essi sottostante, quasi come ad attraversarli indirettamente, e che delinea la difficoltà a usufruire della profondità dello spazio. La struttura circolare si trova sospesa in aria ad altezza uomo, in modo che possa essere fruita a 360°. Alla struttura fa eco un video che realizza visivamente la dinamicità dei corpi quasi completamente immobili della striscia fotografica fissata a mezz’aria, e una coppia di cilindri dove il movimento dei corpi è quasi esasperato, perchè costantemente ripetuto, senza sosta e in una massa confusionaria di pelle, strisce e posizioni. Il tutto viene raccolto in un libro d’artista che si trova integrato alla proiezione video. L’aggancio con la Teoria dell’Eterno Ritorno dell’Uguale si dovrebbe percepire nella visione d’insieme della videoinstallazione. I corpi proiettati e fotografati sembrano contendersi uno spazio, e soffrono all’interno della limitazione che è stata messa loro a disposizione. Dapprima quasi dormienti, i corpi sembrano rassegnati a tale situazione di disagio fisico, ma poi si svegliano; gli arti, il busto, tutto di loro sembra voler emergere fuori. Come se volessero fuggire dal destino di vita che la teoria di Nietzsche ha prefigurato per loro, come se darla per buona volesse dire sottostare ad una legge che può essere sovvertita, perchè chi la impone coincide con chi può infrangerla. I corpi e quindi gli individui umani sperano di dimostrare di essere al di sopra di tale predestinazione. La Teoria dell’Eterno Ritorno dell’Uguale potrebbe essere simbolo delle paure, delle angosce, ma anche speranza di rinascita, in quanto l’emblema più usato per delinearla è l’Uroboro, il serpente che si morde la coda, che la ingoia, ma che dalle sue stesse fauci trova la rinascita. È questo il motivo per cui la videoinstallazione prevede questo titolo: è dalla rinascita dell’essere umano, contro gli stereotipi e le convenzioni alle quali, per un’abitudine o prassi si è costretti a sottostare, che si parte.